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Il sole sulla testa che scotta

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 ...ma in fondo, una scottatura solare

cos'è? Si chiedesse a Rimbaud, direbbe

lui: botta di sole che cambia vita

da poeta alto a mercante di armi e schiavi.

Io che di poesia intendo solo arsura

la so lunga su scottatura e affine:

gli arrossamenti dolorosi a gambe

il gonfiarsi delle papule a schiena

il vaneggio d'insolazione a mente;

di derma in strati elevarsi annerito

bicolore a farti la faccia pesta...

si che avrei potuto scriverci poema.

L'avrei vergato su altre foglie morte

dalla cute involantesi ombre a notte:

lucciole rabbuiate dell'esistenza

per ogni dove a incutere rispetto

pure alla folle congrega dei grilli 

nel compiacersi su e giù per la pancia

di enigmatiche montuosità, dure

da ignorare, scendendo a bagnomaria

sudati del primo albore di luglio.

Sì perchè certe cose si può solo

dirle in solitaria, assente la luna

che possa delare eventuali viltà

nel giorno bruciante infimo di sale

... ma io non sono Rimbaud: sono più basso

e nemmeno ebbro, soltanto più cotto.

 Salvatore Pizzo - 07/08/2020 03:41:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

X Rosa:
Felicissimo per questa consonanza rispetto al gradimento dei maledetti. Ma soprattutto riconoscente per la lettura dei miei modestissimi versi
Grazie di cuore con immensa stima, dal momento che anch’io apprezzo molto i tuoi versi.
Un saluto al gelsomino più che mai.

 Salvatore Pizzo - 07/08/2020 03:33:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

X Franca:
Chissà... certo, mi piace molto questo tuo leggere la scottatura come metafora. In effetti, se ci si pensa, la realtà ci appare di per se stessa metafora di altre realtà. Magari altre dimensioni in cui, le insolazioni, non sono altro che innocui tuffi di testa nell’oceano sole.
Per quanto riguarda Rimbaud: credo che ognuno sia figlio del proprio tempo. Lui lo è stato di un’epoca in cui era forte l’impellenza di andare oltre i vecchi schemi. Personalmente, credo che in questa epoca non avrebbe molte ragioni di esistere: non pare che ci sia ancora molto da rompere. Anzi si sente assai l’esigenza di ricomporre, di gettare le basi per una sintesi che possa rendere più chiaro il percorso compiuto fino ad ora. In modo da potere ripartire verso qualcosa di nuovo e di diverso. Penso che sia questa memoria sempre più labile a rendere la collettività particolarmente liquida e impaurita, pronta a rifugiarsi al buio di un contenitore, lasciandocisi rinchiudere, dal primo che si mostri in grado di riempirle i vuoti di memoria, con una narrazione infarcita di riferimenti al passato che, sebbene falsi, siano in grado di restituire sicurezza per il futuro.
Di scottature ne ho prese molte, tantissime. Al punto che in questi ultimi anni ho dovuto rinunciare al piacere di guardarmi allo specchio e vedermici rosolato a puntino.
Anch’io come te uso internet come enciclopedia ed anche cineteca, oltre che videoteca. Ma, l’aspetto più importante, è quello che, grazie ad internet ho potuto confrontarmi, condividere e sviluppare un percorso che non so se mi permetterà di arrivare a scrivere davvero poesie. Però è già esaltante e di grande soddisfazione l’averlo intrapreso.
A te un augurio per una notte di sogni felici e delle vacanze serene con un grazie di cuore sempre.

 Rosa Maria Cantatore - 05/08/2020 13:09:00 [ leggi altri commenti di Rosa Maria Cantatore » ]

anche a me piace Rimbaud e Verlaine e tutti i poeti maledetti...

...e mi piacciono sempre i tuoi versi- non comuni, mai banali.

 Franca Colozzo - 05/08/2020 12:00:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Cerca di non prendere scottature solari, caro Salvatore! Scherzi a parte, se ritornasse Rimbaud su questa tartassata terra, proverebbe a cambiar vita, ance se la sua è stata alquanto rocambolesca? Da poeta consumato, sceglierebbe lo smart working o i social media?
Certo c’è da chiedersi se il sole sulla testa che scotta sia solo un’allegoria di questa nostra vita arenata sulle sponde della pandemia o della schizofrenia che del cellulare ha creato un dio e d’internet sete infinita, assuefazione che ci toglie anche il desiderio di immergerci nella natura o in un libro alla vecchia maniera.
E pensare che i migliori capolavori sono nati a lume di candela, alla Michelangelo Buonarroti!

Vedo che ti piace Rimbaud che trasforma la poesia da rima in verso libero, quasi prosaico, alla tua maniera in fondo. È il poeta che con Charles Baudelaire e Gérard de Nerval ha più contribuito alla trasformazione del linguaggio della poesia moderna.

«Je dis qu’il faut être voyant, se faire voyant. Le Poète se fait voyant par un long, immense et raisonné dérèglement de tous les sens.» (A. Rimbaud, lettera a Paul Demeny, 15 maggio 1871).

In fondo internet a me serve a questo: a ricercare subito come un’immensa eciclopedia. Così lo uso io. In fondo non tutti i mali vengono per nuocere, basta scegliere il verso giusto! Buona giornata e serene vacanze, Salvatore.

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